Sorge in una zona litoranea collinare, posta a 125 metri sopra il livello del mare.
Il nome del paese deriva dal greco Rhodìa e Melikos, che significano rispettivamente roseti e meleti. Il centro si chiamò Rodì fino al 1947 quando assunse l'attuale denominazione dopo l'aggregazione del casale di Milici.
Le sue origini sono antichissime come testimoniano alcuni reperti archeologici ritrovati in zona, il territorio fu abitato sin dall'età del bronzo, ossia dai secoli XVIII-XV a.C..
Infatti sul monte Ciappa sono stati trovati resti dell'acropoli di Longane, fondata su un pianoro dei Peloritani verosimilmente dagli abitanti autoctoni Sicani, rifugiatisi sui monti all'arrivo dei Siculi.
In località Grassorrella si trova una necropoli costituita da tombe a grotticella, risalenti a quel periodo i cui resti ricordano per tipologia quelli delle tombe di Pantalica.
I rinvenimenti dell'acropoli e della necropoli testimoniano dunque che la zona era abitata fin dalla preistoria e che la necropoli è strettamente legata all'acropoli di Longane dal momento che il rito della inumazione dei morti era tipico dei Sicani.
In seguito e fino al sec. XVIII d.C. la città appartenne ai Cavalieri di S. Giovanni Gerosolomitano. Nel 1582 il centro, gravemente danneggiato da un'alluvione, cominciò ad espandersi più a nord. Fu frazione di Castroreale fino al 1923, quando divenne comune autonomo.
Tra i monumenti più importanti ricordiamo i resti del Gran Priorato risalenti ai secoli XIII-XV, la Chiesa di S. Rocco , le due Chiese dedicate a S. Bartolomeo.
Negli anni ottanta infatti si è riscoperta sotto una coltre di fango la vecchia Chiesa di S. Bartolomeo, il cui ritrovamento ha fatto ipotizzare un antico insediamento sul greto del fiume da dove i rodiesi si sarebbero spostati a monte, in seguito all'alluvione del 1582.
Tutt'oggi visitabile invece è la nuova Chiesa di San Bartolomeo, in stile tardo-rinascimentale costruita, secondo la leggenda, dove si fermarono i buoi che portavano la statua del santo patrono di Rodì.
Da vedere vi è la Chiesa di San Filippo d'Agira, prodigioso compatrono di Rodì assieme a San Bartolomeo, anche l'Arco dei Poeti con un mascherone nella chiave di volta che testimonia la presenza di una sezione della scuola poetica siciliana in epoca federiciana, la Chiesa dell'Immacolata, ricostruita all'inizio del' 900 sull'antica chiesa della Madonna dell'Idria dove al suo interno si conserva un altare in marmo della Chiesa di S. Gregorio crollata nel 1908.
Interessante è anche lo splendido Palazzo Colloca e la presenza di numerosi murales dipinti da importanti artisti siciliani negli anni settanta.
Le attività prevalenti sono l'agricoltura, l'allevamento e l'artigianato. Le colture principali sono le olive, il grano, gli agrumi e l'uva. Gli allevamenti presenti sono quelli di bovini e ovini. Caratteristica è inoltre la lavorazione artigianale dei tappeti, del giunco e della canna.